A due settimane di distanza dall’inizio dell’attacco russo in territorio ucraino, che tanto dolore e tante preoccupazioni sta causando, vorrei portare l’attenzione sui mercati finanziari delle commodities.
Ciò che salta immediatamente all’occhio è che i mercati azionari hanno avuto notevoli e diffusi cali, più in Europa che in USA a dire il vero, e ciò è evidentemente legato a fattori geografici ed a interconnessioni più forti tra i paesi del vecchio continente e la federazione russa.
Ma c’è un mercato che in queste settimane da la misura della situazione economico finanziaria, e mostra un elevato livello di “isteria”: le materie prime.
Tutte le supply chain che già nei mesi scorsi, a seguito delle riaperture mondiali post pandemia avevano registrato movimenti dei prezzi al rialzo , dinamiche che sono probabilmente la causa principale della crescita dell’inflazione, stanno vivendo un’ulteriore shock.
Scrivo questo oggi, giorno in cui il Nichel, componente dell’acciaio inox ha registrato una crescita di oltre il 70% in un giorno, passando da circa 30.000 usd a 50.000 usd.
Sicuramente più evidente a tutti è la dinamica del petrolio, arrivato a 120 usd, e dell’oro che sta battendo i 2.000 usd.
Evito la banalità di ricordare le dinamiche di prezzo del gas e del mais.
Aggiungo che ai valori espressi sopra in dollari bisogna applicare un tasso di cambio che in poco tempo è passato da 1,15 dollari per euro a 1,08. E questo indebolimento dell’euro ha aggiunto così un 5% generalizzato ai prezzi per un acquirente europeo.
La spiegazione è semplice, e va cercata nelle sanzioni applicate alla Russia, nel possibile fallimento di società estrattive a seguito delle sanzioni stesse (l’esempio del Nichel di oggi è legato a NorisNichel la più grande società mineraria nel mercato specifico e del palladio, ovviamente russa e sanzionata) , aggiungiamo gli ostacoli che una guerra nel cuore del vecchio continente metterà alle catene di fornitura di molte materie prime.
Chiaro che tutto questo a breve/medio termine arriverà nelle catene di produzione mondiale. Porterà altra inflazione , per non parlare di problemi di approvvigionamento del materiale.
Ciò che si vede sui mercati azionari potrebbe essere il minore degli effetti economico finanziari di questo conflitto, e forse sarà anche il più transitorio.