Prendo spunto da un articolo del Sole 24ore nell’inserto Finanza & mercati di sabato 8 gennaio, dal titolo “La vigilanza BCE punta sulla cautela: per le banche l’ombra di una nuova crisi”. Un pezzo complesso, con alcuni passaggi per addetti ai lavori, ma che mi ha colpito. Sarà la mia esperienza da ex bancario ….
Nella sostanza si parla, evidentemente, di banche italiane e lo si fa in un contesto, quello attuale, con una lenta ma inesorabile inversione prossima ventura dei tassi di interesse. In estrema sintesi: arriviamo da oltre trent’anni di tassi in calo, ora l’inflazione unita alla crescita economica costringerà le banche centrali ed i mercati ad invertire la curva.
Ebbene, per anni (gli ultimi dieci per l’esattezza) uno dei capisaldi dello storytelling dei difensori del concetto “le banche italiane sono solide” (cit.) era che il mercato fosse difficile per tassi in calo e crisi e, quindi, margini in calo. Tutto questo aggravato dalle cosiddette terribili richieste degli organismi di vigilanza che costringevano gli aumenti di accantonamento di capitale. In aggiunta, sempre gli stessi organismi, costringevano a mettere fuori bilancio i crediti inesigibili (i famosi NPL), e quindi aumentare i costi.
Dall’articolo suddetto scopriamo ora che, incredibilmente, l'esatto contrario cioè l’aumento dei tassi, l’economia in crescita, gli NPL accantonati negli anni, NON risolveranno i problemi delle banche italiane. Apprendiamo anche che l’aumento dei tassi causerà invece un aumento dei problemi su quanto erogato dalle banche negli anni, e inoltre (qui dovete seguire il passaggio complicato) i tassi in crescita faranno calare i valori dell’obbligazionario, e quindi ne verrà un calo degli attivi bancari (che per lo più investono il loro attivo di bilancio in titoli di Stato … BTP? ).
Allora, mi metto nei panni di un risparmiatore italiano: "Mi state dicendo che le banche sono state in crisi nel contesto economico degli ultimi 10/20 anni, e lo saranno nei prossimi anni in un contesto economico esattamente opposto?"
La mia risposta è SI.
E da qui il mio invito a valutare scelte esterne al mercato bancario classico e perennemente in crisi (evidentemente in qualunque contesto), e che per mantenere bilanci in equilibrio conta più su commissioni sulla clientela e proposte commerciali focalizzate sul rendimento. Ma con rendimento intendendo non il rendimento del cliente, ma quello da mettere in attivo nel loro bilancio!